Astro

Dedicato a C.A. e D.M. perchè mi và di Farlo.

 

 

Voleva Essere solo un altro astro del cosmo. niente di ambizioso quando scopri che il numero delle stelle supera quello degli esseri umani. Richiedeva uno sforzo di umiltà, togliersi il privilegio di essere uno tra i pochi miliardi di uomini per entrare nell’infinità numerica dei corpi gassosi. Serviva coraggio, prefiggersi un nuovo ideale di eternità, un nuovo sempre, anch’esso comunque cadensato, solamente dilatato, ma indubbiamente diverso da quello umano.

Guardare dall’altissimo il roteare stanco e mai lento, sorridere da un fronte l’oceano, ma piangere nel suo eterno dietro a sè, miliardi di anni fà.

Se poi scorpi che tutto si conclude in sè, puoi benissimo essere un essere umano, una pietra, un rivolo, un astro. Senza Tante remore o tensioni, anzi, con quel carico d’orgoglio proprio dell’essere uomo, riconoscendo la finitezza e la peculiarità, la piccolezza e la complessità, determinati e relativi, mentre si muore in questo coso chiamato Caos.

Disordine, chiamatelo come vi pare, basti poter essere qualcosa per un pò. giusto il tempo d’innamorarsi da morire.

Ma voleva solo essere un altro astro del cosmo, niente più.

Voleva solo poter splendere poco di più e per poco di più, voleva esser caldo di più, rotante poco di più, morente poco di più, innocente e vero, annoiato, affamato di poter dare il meglio di se fino ad implodere, al posto dei fiori, stelle cadenti mangiate nel nero-blu.

Tutto resta al proprio posto se tutto si muove insieme, e se anche cambia direzione, non cambia cos’è.

Restare eterno per un poco, era comunque difficile immaginarsi al buio e continuare a splendere. Non è facile immaginare un come un leone morto e digerito possa ancora avere in sè la fulgida carica per ruggire, e così difficilmente si immaginava nell’umido di un terreno, o nel fresco di una botola.

Allora corri e guardi dietro a te il tuo passato scomparirti insieme, insieme al vecchio mondo di strada che togli per raccogliere viste nuove, sommando all’energia che togli l’energia che acquisti, ed eccoti stella, io come te mi perdo piano piano.

Voleva qualcosa che avrebbe potuto anche solo sentire, e come lo sentiva, mamma mia.

Tra i monti, miliardi di sè, tra la protratta indecisione di scegliere quel punto solo e la voglia di scoprire quanti punti fondesse quel solo punto.

Momenti passati a chiedersi quanti secoli di secoli passasse tra una densità di luce e l’altra, pensado a quale astrazione temporale, quale escursione nel tempo i suoi occhi fondessero in un unico momento, il tempo, tutto il tempo, la storia universale dell’essere, rappresentata così, in punti semplici, insieme, storie su storie su storie su storie che si sommavano in semplici infinitesimali ed elegantissimi punti.

Voleva raccontare tutta la vita da solo per avere la certezza che qualcuno all’oppposto nel suo eterno ne potesse come lui rimanere confuso ed innamorato e anche parzialmente sviato.

Continuiamo a immaginarci soli, ma solo perchè splendiamo gradazioni di colore troppo intense da dimenticare.

Eppure era così, anche questa storia si concludeva in un punto, Anche questa cosa era passato, e ne era plauibilmente colpito.

ma come puoi sentirti vero quando quel che provi lo era già, di là.

La stella è per noi quel che è ed era, la stella è per se stessa quel che non sapeva e saprà mai di essere

Voleva essere quel che non capiva, era davvero una stella

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2 risposte a Astro

  1. camilla ha detto:

    vedi quando ti ispiro che succede??? prrrrrrrrrrrrrr hihihihihi
     
    omi seriamente è la cosa più bella che tu abbia mai scritto. davvero mi piace sul serio. davvero davvero. riempie. è eterna. potremmo inserirla nel nostro libro…magari sul retro come indicazione per il lettore. coglie l\’essenza. l\’essere vero. il tutto il pieno è questa stella.

  2. Mattia ha detto:

    sei innamorato di quello che hai scritto? se sì io rispetto gli innamorati e lascio che si amino, sempre.

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