conversazioni

no senti maddalena, io prima sono rimasto colpito e devo parlartene. mi hai detto che hai avuto qualche difficoltà l’anno passato a stare da sola a casa, da attacco di panico ed io ti ho detto che sono stato a casa un anno e mezzo da solo e so cosa significa.
improvvisamente mi è sembrato di fare una sintesi improvvisa di quest anno da solo e mi sono accorto che al di la del fatto che fingo di divertirmi tanto alla fine stò male e comunque mi sento solo.
mi dici che è anni che sia te che altre persone pensate  che io non comunichi niente, non si sa niente dei miei amici, di cosa faccio, dei miei amori, di cosa mi capita, e che questo, al di la di un lato chiuso che sicuramente hai, è sintomo di difficoltà.
vedi, io prima ero in un attimo in bagno ed improvvisamente mi sono sentito come un padre che deve nascondere ai suoi figli i problemi che lo travagliano, ma senza avere nemmeno una donna con la quale sfogarsi a parole.
al di la il vero modo per comunicare è parlare.
quel che poi non ti ho detto è che da un mese penso di ammazzarmi, e se all’inizio era un gioco, ad un certo punto questa cosa si è allargata notevolmente. sono addirittura arrivato a creare un sistema mentale perfetto in cui il suicidio è addirittura la massima espressione della propria vita in terra.
ecco, io mi sono visto di getto profondamente solo, e non per colpa mia.
ho guardato intorno alle persone a me care, ma in questo esatto istante ho la certezza che in realtà le persone che mi stanno accanto non sanno cosa significhi essere amico e voler bene al prossimo. se da una parte io mi sono autodistrutto, dall’altra non ho avuto nessun tipo di copertura.
prima ti ho anche detto che seppur ho tante persone che so che mi possono stimare o comunque voler bene, penso  che però il livello di fiducia che le persone hanno in me sia scarsissimo. ti ho detto, cercando di fartelo capire in modo complicato e distorto, che sono sempre stato io quello che presupponeva di dover dichiarare la persona accanto a me degna o meno di fiducia, come se fosse la mia fiducia a dover essere conquistata e come se io non dovessi ricercare la fiducia di nessuno perchè il mio status di costante penalità fa si che io comunque sia giustificato in tutto.
ora che scrivo io so bene una cosa, ovvero che fondamentalmente tutto quel che è accaduto in questi anni, fondamentalmente l’avevo previsto. o almeno, ho agito molto accertandomi dei vari comportamenti altrui in risposta a delle mie azioni, e questo deriva sempre dal fatto che io dovessi giocare con la fiducia dell’altro.
dentro di me non so cosa penso profondamente. da una parte sento un’amore smisurato verso il genere umano e verso le persone a cui voglio bene, dall’altro invece ho una paura cane, e non mi fido per nulla, anzi, io trovo feccia gran parte dei miei simili.
ciò che voglio dire è che  non so se di base riesco a fidarmi o meno degli altri.
resta vero che io da un anno e passa a questa parte mi sento completamente sommerso da un mutismo spaventoso.
e me ne accorgo quando fumo.
eh si, è un anno che orami fumo e bevo abitualmente. e di chi è la colpa?
vedi, se tu davanti a me credi che io sia vittima di me stesso sbagli.e se in qualche modo, parlarmi, darmi un consiglio vero in più sia inutile,vaffanculo.
si, mettiamola così, le persone che ho scelto e quelle che non ho scelto, in qualche modo, non sanno voler bene.
eh no, perchè io adesso non mi sentirei da oltre un anno solo, non posso essere solo io il responsabile, se ci fosse stato mai un vero affetto, l’essenza della comunicazione sarebbe rimasta,il punto allora forse è più questo, il bene c’è, ma non c’è comunicazione se non la solito vecchio  ritornello che suona da anni e anni. io non parlo, è un anno che nessuno sa cosa penso e poi ci si stupisce se io mi vorrei ammazzare. questo per me non è ammissibile. no. intorno a me c’è feccia. io ne farò completamente pulizia.
è un anno che hocreato una gioiosa maschera di me, quasi burlesca, un pò schizofrenica, ma questo non sono io, è la facciata, come fai a non riconoscermi  yuhuu??mi vedi? non credi che forse io abbia giocato ma che stessi urlando apposta sempre più forte?
il problema  è questo, l’impronta che hai di me ormai è quella, e non si può scalfire,come potrei io improvvisamente rivelarti il mondo di quel che penso. forse nemmeno mi leggi,come posso pretendere altro? nonhai forse pensato che con tutta questa ironia io volessi parlare di certi contenuti che non so in che maniera parlarne?
vo a letto, ne riparliamo, va.
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